Il potere è nelle parole

Il potere è nelle parole
Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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domenica 12 febbraio 2012

ARTICOLO 18


Che settimana... ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Per molti, il commento del nostro non eletto presidente del consiglio Monti sul posto di lavoro "fisso", è stata una bestemmia. Abbiamo tutti il "diritto" ad un lavoro. A un contratto a tempo indeterminato, ad un "posto fisso". Mi permetto di non essere d'accordo per... esperienza diretta. Nel 1992 -anno famoso per lo "scandalo mani pulite"- avevo già capito che era molto importante essere capaci di cambiare lavoro, ditta, Paese, mansioni, con una frequenza quinquennale; anche triennale. Nel 2002 ho cominciato a capire che il mondo era cambiato, e molto, nell'ultimo decennio. Riguardo al lavoro ho cominciato a pensare che il mondo si sarebbe orientato sempre più verso le "esternalizzazioni" dei servizi. Significa che, al posto della segrretaria seduta in ufficio, cominciavo ad immaginarmi una segretaria "a chiamata" che lavorava da casa in teleconferenza. Segretaria che pensava da sola a versarsi i contributi -o meno- a fatturare le sue prestazioni e ad organizzare la sua agenda settimanale, mensile, le sue ferie, la sua vita familiare....  Tristemente... mi rendo conto che per noi italiani il mito del "posto fisso" sia ancora una specie di dogma inviolabile. Ho una sola domanda da porre: tutti escono da scuola cercando "un posto fisso". Ma da quale scuola escono gli imprenditori capaci di fornire questi posti di lavoro fissi? Mi sembra che la cosa più sensata l'abbia detta un giovane a ballarò (ci sono "passato" con lo zapping):
bisogna imparare ad essere imprenditori di se stessi. Eh sì...siamo nell'anno del Signore 2012, ormai.... 

Lavoro: abbiamo lavorato abbastanza!!! Cosa vogliamo? Ancora automobili? Ma se ne abbiamo tre per famiglia! Altre case? Ma se il 40% degli immobili sono sfitti o invenduti! Altri televisori? (teledipendenza) Più vestiti? (..ah..la moda...) Più cibo? (obesità, anoressia...), Più medicine? Più spiagge? Io dico che è arrivato il momento di rovesciare questa mentalità del "lavorare". Ma per cosa? Se non ci manca niente!  E' l'ozio quello che ci manca, non il lavoro! Per essere chiari, l'ozio creativo, non l'essere fannulloni. Non bisogna fraintendere. Manca il tenere i genitori a casa ed accudirli nella loro vecchiaia. Mancano i bar di paese o di quartiere, dove ci si trova per scambiare quattro chiacchiere e fare una partita a briscola o a scacchi. Manca l'andare al parco con i propri figli ed essere seduti accanto a loro mentre fanno i compiti. Manca l'andare a trovare il nostro vicino finito all'ospedale (per un motivo "x"). Non dovrebbe lavorare più nessuno! Dovremmo tutti passare il tempo dedicandoci alle nostre passioni, a sviluppare dei treni più veloci, più comodi e silenziosi. A cercare un sostituto al petrolio per produrre l'energia elettrica che ci serve. Così, un giorno alla settimana, magari due. Per passione. ..sì...ma ci vogliono i soldi...diciamo di solito, dal primo fino all'ultimo. Domanda? Ma perché mancano? Basta stamparli... o sbaglio? Il trucco della cosiddetta "era moderna" è quello. E nessuno si preoccupa di capirlo. Cerchiamo tutti "il posto fisso". Io preferisco la logica del trattore e della vanga: se il contadino vanga un campo, con la pala, in 8 ore... e con il trattore ci mette mezz'ora... significa che ha a disposizione, nel secondo caso, 7 ore e mezza di ozio. Se così non è... il progresso non esiste. Perché progresso significa lavorare di meno. Non lavorare di più. O no? 

Felicità
Enzo

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