Il potere è nelle parole

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Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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sabato 2 maggio 2015

Buone notizie?

Ormai è passato oltre un mese da quando ho letto di queste "buone notizie". Chissà se qualcuno se le ricorda. Eccone una : "Il consigliere regionale pugliese del Partito democratico, Sergio Blasi, ha rinunciato al vitalizio spettante al termine della consiliatura. Lo ha comunicato al presidente del Consiglio, Onofrio Introna, con una nota in cui comunica di ritenere «profondamente ingiusto» usufruire di tale vitalizio per i cinque anni di lavoro in Consiglio regionale, che è stato «ben pagato». Il consigliere salentino, già sindaco di Melpignano (Lecce) e segretario regionale del Pd, lo conferma all'AdnKronos. «È una scelta che ho fatto diversi mesi fa e ne sono molto convinto - dice - ma ritengo che siano scelte che non vadano annunciate con comunicati stampa. Confermo questa scelta che ho sentito di fare senza clamori». L'assegno a cui Blasi rinuncia ammonta ad oltre 4000 euro lordi mensili. In Puglia non ci sono altri esempi di consiglieri che hanno detto «no» al vitalizio. (Venerdì 03 Aprile 2015  fonte )
ed ecco cosa scriveva  'Repubblica' il 03 aprile 2015 : "Regione Puglia, consigliere Pd rinuncia a vitalizio: "E' ingiusto"
"Rinuncio al vitalizio perchè è ingiusto". Con queste poche parole l'ex segretario regionale del Pd, già sindaco di Melpignano e tra i fondatori della Notte della Taranta, Sergio Blasi ha detto addio ad una pensione di 4.322 euro lordi al mese.  E' l'unico caso nella storia politica della Regione Puglia. "C'e' qualcosa di profondamente ingiusto - spiega Blasi - nel fatto che un consigliere regionale dopo solo 5 anni di lavoro, peraltro ben pagato, debba maturare una lauta pensione. E' un privilegio che stride con la realta' di un paese nel quale, come pochi giorni fa ha evidenziato la Caritas, piu' di una persona su quattro vive in poverta'. Chi fa politica a sinistra deve impegnarsi in prima persona per smantellare quei privilegi che hanno contribuito al divorzio tra la politica e i cittadini. Il crescente astensionismo alle elezioni e lo svuotamento dei partiti dalla partecipazione della gente comune sono fenomeni che mi preoccupano piu' di tutto. E siccome senza gesti concreti anche le teorie piu'  affascinanti diventano poco credibili, ho semplicemente messo in pratica quello che penso, rinunciando al vitalizio regionale"
... Avevo pensato -in quei giorni- che fosse un segnale di 'cambiamento' piuttosto importante. Così ho indagato un po'. Ed ho trovato questo :
"Il consigliere regionale Rudi Russo rinuncia al vitalizio. L'esponente del Pd di Prato non percepirà i 1.600 al mese annui previsti dalla legge per chi ha svolto la legislatura: una rendita che solo lo scorso anno è costato alle casse toscane oltre 4 milioni . 04 febbraio 2015".
PRATO. Rinuncia al vitalizio il consigliere regionale Rudi Russo. Una scelta convinta. Fu proprio lo stesso Russo a presentare nel 2010 un atto di impegno consiliare per l'abolizione del vitalizio e nel 2011, insieme ad altri, una proposta di legge regionale per l’abolizione del vitalizio che solo lo scorso anno è costato alle casse della Regione Toscana oltre 4 milioni di euro. Quella proposta di legge firmata dal pratese Rudi Russo nel 2012 è stata approvata dal Consiglio e prevede l’abolizione del vitalizio a partire dalla legislatura 2015, quella che si insedierà fra qualche mese. Poi, nell’ultima legge finanziaria della Regione (dicembre 2014) è stata introdotta la possibilità per i consiglieri in carica di rinunciare alla tanto discussa rendita. Che ammonta a circa 1600 euro lordi al mese e che spetta a chi ha svolto il mandato di consigliere anche per una sola legislatura (della durata di cinque anni) ed ha compiuto i 60 anni di età. Rudi Russo è uno che la politica la macina fin da ragazzo. E’ stato infatti segretario nazionale dell’Italia dei Valori giovani fino al 2013 e nel 2010 viene eletto consigliere regionale sempre nelle file dell’Idv. Lo scorso anno è poi passato al Pd. "Mi è sembrato giusto e coerente presentare la rinuncia – ammette Russo – In un momento di crisi come quello in cui ci troviamo trovo assurdo che per un solo mandato da consigliere, una volta raggiunti i 65 anni, si prenda a vita un importo così alto. Ecco che allora ho optato per rinunciarvi con la contestuale restituzione dei contributi versati in questi anni per cominciare a costruire una pensione in modo alternativo. In fondo – prosegue il consigliere - ho 32 anni e una vita davanti".


AH... ecco, ho capito. MACCHE' RINUNCIA AL VITALIZIO. SI VUOLE INCASSARE SUBITO I 'CONTRIBUTI' VERSATI (che poi li paghiamo noi cittadini... chi altro?). QUESTA E' LA VERITA'.

Continuando a cercare 'tra le righe' trovo anche questo :   Marotta rinuncia a 500mila euro «Il vitalizio? Non voglio privilegi»
Il consigliere Idv avrebbe diritto a 1950 euro netti al mese per i prossimi vent’anni VENEZIA Le critiche nei confronti di Gennaro Marotta non mancheranno. Sicuramente ci sarà qualcuno che dirà che è la solita carità pelosa, che è la classica mossa elettorale e che questa è nient’altro che pubblicità a buon mercato. Ma non si può far finta di nulla. Non si può non registrare che questo mestrino, cinquantacinquenne funzionario del Comune di Venezia in aspettativa e soprattutto, da cinque anni, consigliere dell’Italia dei Valori è il primo nella storia di questa legislatura sfilacciata a fare una rinuncia personale (il secondo negli ultimi trent’anni). E non si tratta di una rinuncia di quelle generali come «l’abbassiamoci tutti lo stipendio» di qualche migliaio di euro per far vedere che oggi la politica costa meno. E nemmeno di quelle, sempre generali, di tagliare le indennità dei predecessori, gli ex inquilini di palazzo Ferro Fini. Gennaro Marotta, ex dipietrista convinto e oggi sostenitore di Alessandra Moretti (con un posto nella civica centrista che affiancherà il Pd alle prossime elezioni), ha fatto una cosa diversa. Ha parlato con la moglie, ha preso carta e penna e ha scritto all’ufficio di presidenza. Quattro righe, giusto per dire che «ai sensi dell’articolo 2, commi 2 e 4, della legge regionale 13 gennaio 2012, numero 4, la restituzione dei contributi versati ai sensi dell’articolo 8, comma 1 lettera a) della legge regionale 10 marzo 1973, numero 9, e successive modificazioni, nella misura del 100% senza interessi legali. A tal fine dichiara di rinunciare all’assegno vitalizio e di rever-sibilità». Per chi non mastica i regolamenti regionali la richiesta di Marotta si traduce così: ridatemi gli 84 mila euro di contributi versati in questi cinque anni e io rinuncio al vitalizio da duemila euro netti al mese che spetterebbe a tutti i consiglieri regionali. «Se avessi preso il vitalizio avrei ricevuto 600 mila euro nei prossimi vent’anni - spiega Marotta - ma trovo che questo sia un privilegio e non un diritto acquisito quindi ho deciso di rinunciare. Per sempre». Già, perché la rinuncia al vitalizio è irreversibile anche se Marotta fosse eletto nella prossima legislatura. «Nel caso in cui non venissi eletto tornerò al mio lavoro nel Comune di Venezia - continua Marotta -. Lo stipendio sarebbe di 1400 euro al mese. Di questi tempi non credo ci si possa lamentare». D’altra parte, e questo è lo stesso Marotta ad ammetterlo in tutta onestà, questi cinque anni di legislatura gli hanno permesso di saldare il mutuo di una casa a Mestre (non a Venezia centro storico, sia chiaro, i prezzi sono ben diversi) che altri lavoratori avrebbero pagato in 15 anni. «In questi cinque anni ho lavorato duro, ho presentato proposte di legge per togliere il vitalizio a chi patteggia e mi sono battuto per ridurre i costi della politica - conclude il consigliere -. Oggi mi tolgo il vitalizio senza paracadute. E sono contento».  12 marzo 2015
Ho trovato anche questo, ma non vado ad approfondire oltre. Ho capito abbastanza.
Gerry Scotti scrive a Renzi: "Aiutami a rinunciare al vitalizio" Gerry Scotti chiede aiuto a Matteo Renzi. Il conduttore di Italia's got talent e prossimo timoniere di "Avanti un altro" al posto di Paolo Bonolis ha mandato alcuni messaggini su twitter al premier. Scotti ha un problema: vuole rinunciare al vitalizio da parlamentare ma non può. Così ha deciso di rivolgersi proprio a Matteo per fargli una singolare richiesta: "Abolisci il vitalizio e toglimi questo peso". E' lo stesso premier a raccontare l'accaduto: "Mi ha scritto su Twitter -dice Renzi- 'sono stato parlamentare per cinque anni, voglio rinunciare al vitalizio ma non posso farlo. Troveremo il modo di accontentarlo, ma è il segnale di una persona che si rende conto che anche il piccolo contributo personale è giusto". Virginio Scotti detto Gerry, 57 anni, è stato eletto alla Camera dei deputati alle politiche del 1987 quando era candidato nel collegio di Milano nelle file del Partito Socialista Italiano, allora guidato da Bettino Craxi. La sua carriera di deputato è finita cinque anni dopo, nel 1992. 14 Marzo 2014
E si parla della stessa cosa (Gerry Scotti) anche qui...

Che dire?  Niente. Ho solo capito come funziona. E sono stufo di farmi prendere in giro, perchè non succede da ieri...



Felicità
Enzo