Questo 2015 è iniziato con 'il terrorismo'. Penso che valga la pena di ricordare qualcosa al proposito, nel senso che 'il senso storico' delle cose non è altro che il ricordo: una 'cosa' che 'frena' l'umanità. L'umanità commette costantemente gli stessi errori e la storia si ripete... perchè non ricordiamo più. Proviamo a ricordare. Aldo Moro. Gli anni di piombo. Le brigate rosse. Quella volta la parola 'terrorismo' era molto meno usata di oggi. Negli anni ho sentito i media parlare di 'terrorismo' ad intervalli più o meno regolari. Ricordo Gheddafi etichettato come terrorista qualche decennio fa. Oggi sento parlare del 'dittatore' nord-coreano. Del terrorismo siriano. Del terrorismo islamico. Pochi anni fa, un decennio circa... il terrorista era Saddam Hussein. Ancor prima ... 'il pericolo era rosso'. Il 'mostro' era il comunismo russo. Ora, a parte il 27 gennaio, giornata della memoria, pochi ricordano Hitler e le sue atrocità. Per lui, in quegli anni, i 'terroristi' erano gli ebrei.
Ho sempre in mente un'intervista a Hillary Clinton; il giornalista le chiese: "Con la guerra in Iraq, sono morti più di 500.000 bambini. Pensa che tale prezzo (per il petrolio) sia valsa la pena?" Hillary... è stata zitta per qualche secondo ed ha abbassato lo sguardo. Poi ha rialzato la testa ed ha risposto: "Sì, credo che ne sia valsa la pena". Eppure ... per quei 500.000 bambini morti, nessuno ha parlato mai di terrorismo. Neppure le crociate della chiesa cattolica sono mai state definite come 'terrorismo'. La storia dell'umanità è piena di conflitti (anche religiosi)... ma solo una 'parte' di umanità li chiama 'terrorismo'.
Recentissimamente, ho letto un bell'articolo intitolato: "Il prezzo della pace economica".
Lo riassumo in poche parole: "la pace" è più costosa della guerra. Finanziaramente parlando, naturalmente. Personalmente vedo la questione in modo molto semplice: il 'terrorismo' è provocato, finanziato, organizzato. E' uno strumento per vendere più 'sicurezza'. La 'sicurezza' si vende in cambio della libertà. Il furto della libertà viene mascherato dal bisogno di 'sicurezza'. Così, accettiamo la videosorveglianza, la NSA, di essere controllati e spiati su larga scala, forniamo spontaneamente i nostri dati personali, obbediamo pedissequamente alle leggi... Forse, è quello il vero ed il peggior 'terrorismo'.
Crediamo al 'terrorismo' dimenticando che ci sono stati molti più morti tra gli imprenditori suicidi, o fra familiari che si uccidono tra loro ('femminicidio' lo chiamano i media...), o tra automobilisti ubriachi (stranieri e non), o tra regolamenti di conti mafiosi, o per pestaggi letali di poliziotti su cittadini qualsiasi, di quanti 'i terroristi' abbiano fatto negli ultimi cinque anni (in Italia, sottolineo).
Ecco, vorrei augurare per questo anno cominciato da poco, “avere tempo”. Auguro a tutti di avere tempo per ricordare. Di avere tempo per pensare. Di avere tempo per usare la propria testa. Di avere tempo per fare. Di avere tempo, non per affrettarsi e correre, ma per essere felici. Di avere tempo per donarlo agli altri. Di avere tempo per noi stessi. Di avere tempo per stupirci e fidarci. Di avere tempo per l'amore e per le passioni. Di avere tempo per non rimandare ciò che vorremmo fare da anni. Di avere tempo per perdonare e di avere tempo per la vita e per vivere, non per uccidere o condannare.
Ho scoperto che l'apartheid in Sudafrica è stato eliminato perdonando i colpevoli. Perdonandoli in processi pubblici, nei tribunali, attraverso la legge. Come diceva Gandhi.
La violenza non si sconfigge con altra violenza. Eh no, non si sconfiggerà nessun 'terrorismo' con altro 'terrorismo', anche se di forma, natura e definizione diverse.
E vorrei anche ricordare Giorgio Faletti, Steve Jobs, Lucio Dalla, Marco Pantani, Robin Williams, Pino Daniele, Anita Ekberg, Michael Jackson... per ricordarci che moriremo anche noi. Ma l'arte, le opere... quelle restano. Soprattutto quelle buone.
E' un post 'strampalato'? Ma certo! Ricordati che probabilmente mi sbaglio, e ricordati anche che potrebbe essere tutto il contrario di quello che ti dico. Si chiama 'il tuo spirito critico'.
Buon anno
Enzo
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