Il potere è nelle parole

Il potere è nelle parole
Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

Cerca nel blog

martedì 27 gennaio 2015

La shoa e la memoria


Lo scorso anno, in occasione della giornata della memoria, ho ricordato parecchi milioni di morti, di quelli che non godono di una 'giornata della memoria' o di un 'giorno dei morti'. Oggi ci ricordiamo solo della 'shoa' ebraica. In questo 27 gennaio vorrei ricordare qualcosa di ancora più doloroso, più lontano nel tempo; vorrei dare voce alle voci che non ci sono più. Un ben più vasto genocidio è stato completamente rimosso dalla coscienza delle masse o forse, più semplicemente, giustificato in varie maniere. Parlo del genocidio (per vastità e modalità di esecuzione) degli Indiani (o pellerossa) d'America. 
Chissà per quali motivi questo genocidio è stato rimosso dalle coscienze, passato in secondo piano, del tutto dimenticato... ma non credo sia qualcosa di giustificabile. Non c'è niente -o quasi- in rete, che li ricordi; sui media tradizionali addiruttura niente. Ecco cosa scrive Wikipedia: "Per genocidio dei nativi americani o genocidio indiano si intende il calo demografico e lo sterminio dei nativi americani (detti anche indiani d'America, pellerossa o, nel centro-sud America, indios e amerindi), avvenuto dall'arrivo dei bianchi alla fine del XIV secolo, periodo in cui, si ritene che un numero tra i 50[38] e i 100 milioni morirono a causa dei colonizzatori, molti come conseguenza di guerre di conquista, perdita del loro ambiente, cambio dello stile di vita e malattie, mentre molti furono oggetto di deliberato sterminio, poiché considerati barbari.... ". Parlando di numeri... (che ritengo siano un elemento importante da considerare per avere un'idea delle proporzioni in gioco) proviamo a raffrontare 50 oppure 100 con 6. Solo che non sono unità di mele o patate. Sono milioni di persone. Morte.
Ricordo lo sterminio degli ebrei, ma voglio anche ricordare TUTTI gli altri stermini. Ricordo gli ebrei perchè a Cividale c'è la famiglia Piccoli, che conosco personalmente. E da cui ho sentito di persona la storia. Come ne ho sentite altre, sempre di persona, a Milano o a Venezia, ma anche a Udine e Pordenone. Ma a Cividale ci passo quasi ogni giorno... 
Il mio modo di ricordare i pellerossa è semplice: "Il potere è nelle parole" ho scritto... così, lascio che le loro parole riprendano potere:

 
"Dio creò questo paese e ci collocò gli indiani. Creò questo fiume, i pesci in questo fiume e i cervi su queste montagne. Gli indiani si moltiplicarono e divennero un popolo.
Questo è nostro di diritto come lo era un tempo remoto a cui risale la memoria dei miei bisnonni. Questo cibo ci permetteva di vivere. Mia madre raccoglieva bacche; mio padre pescava e cacciava. Fino a quando vivrò, non cambierò opinione.
Il mio sangue, la mia forza, viene dai pesci, dalle radici e dalle bacche, sono l'essenza della mia vita. Io non venni portato qui da un paese straniero, non arrivai qui.
E' il creatore che mi ci mise. (Meninock, Yokima)"


"Tutti gli uomini sono stati creati dallo stesso Grande Spirito. Essi sono tutti fratelli." (anonimo Sioux)
Al comando dei Nez Percé (nasi forati, in francese) vi era un indiano di alta statura, (nato nel 1840, secondo fonti imprecisate, nell' Oregon) valoroso guerriero e splendido oratore, di nome "HIN - MAH - TOO - YAH - LAT - KEKHT" (Il tuono che rimbomba sulla cima dei monti, o Tuono-Che-Romba-Nelle-Montagne, da tutti conosciuto come Capo Giuseppe per la sua antica amicizia con i bianchi. Morì il 21 Settembre 1904 nella riserva di Colville. Fra le sue frasi più famose:

"Dio creo' la terra per gli Indiani ed era come se avesse disteso un panno. Sopra vi mise gli Indiani. Sono stati creati qui, su questa terra... e allora cominciarono a scorrere i fiumi.
Poi Dio creo' i pesci nei fiumi, diede la vita alla selvaggina sulle montagne e ordino' che si moltiplicasse. Poi il Creatore diede la vita a noi Indiani.
Ce ne andavamo in giro e quando vedevamo pesci e selvaggina, sapevamo che erano stati creati per noi. Dio creo' radici e bacche perche' le donne le raccogliessero...
Dio ci ha creati perche' vivessimo qui ed era nostro diritto cacciare e pescare finche' io e mio nonno riusciamo a tornare indietro nel tempo con la memoria."

"Grande Spirito, preservami dal giudicare un uomo prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini".

"Voi mi chiedete di arare la terra! Dovrò dunque recidere col coltello il seno di mia madre? Se lo facessi, alla mia morte essa non raccoglierebbe più il mio corpo... Voi mi chiedete di tagliare erba per fare fieno e venderlo, come fanno i bianchi. Come oserò dunque tagliare le chiome a mia madre? Io voglio che la mia gente rimanga qui con me. I morti ritorneranno in vita, i loro spiriti si reincarneranno. Noi dobbiamo restare, perché qui fu la dimora dei nostri padri: perché qui dobbiamo attendere d’incontrarci con essi di nuovo, nel seno della nostra Terra Madre".
Il 5 ottobre 1877, mentre imperversava una bufera di neve, Capo Giuseppe (" l'amico dei bianchi ") si arrendeva agli americani con queste parole:
"Dite al generale Howard che io conosco il suo cuore. Anch’io tengo nel cuore le parole che egli mi ha detto.
Sono stanco di combattere. I nostri capi sono morti... Looking Glass e Toohoolhoolzote sono morti. I vecchi sono tutti morti. Tocca ai giovani dire si o no, ma colui che li guidava, Ollokot, (il fratello di Capo Giuseppe) è morto. Fa freddo e non abbiamo coperte. I bambini stanno morendo di freddo.
La mia gente, o parte di essa, è fuggita sulle montagne, ma non ha né coperte né cibo.
Nessuno sa dove sono ora... forse stanno morendo di freddo. Voglio avere il tempo di cercare i miei bambini e vedere quanti ne posso trovare. Forse li troverò fra i morti.
Udite, miei capi. Sono stanco. Il mio cuore è ammalato e triste. Da dove ora sta il sole non combatterò più, per sempre."
 
Quindi pianse coprendosi il volto con la coperta che portava sulle spalle. 

La storia narra che il referto medico indicò "morto di crepacuore"...

Toro Seduto: "Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità."
Guerriero Apache anonimo: "Lungo il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità."
Proverbio Sioux: "Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia ogni volta che potete! "
(Capo Kahkewaquonaby, Peter Jones, Ojibway) : "L'indiano è diverso dall'uomo bianco. Il duellante può avere un certo coraggio fisico, ma gli manca il coraggio morale dell'indiano che, quando veniva sfidato, rispondeva: "Io ho due obiezioni a questo duello; la prima è che io temo di ferirvi, la seconda è che voi potreste ferirmi.
Io non riesco a vedere il vantaggio che mi procurerebbe il fatto di mettervi una pallottola in corpo, non potrei farmene niente di voi quando sarete morto come invece potrei fare di un coniglio o di un tacchino.
Ai miei occhi, sarebbe più saggio evitare di mettermi in una situazione che potrebbe nuocermi; temo che voi potreste colpirmi. In questo caso, penso che sarebbe più saggio se io mi mantenessi ad una certa distanza.
Se voi volete provare le vostre pistole, perché non scegliere un albero, un qualsiasi oggetto della mia taglia; e se voi lo centrerete, fatemelo sapere, sarò lieto di riconoscere che, se fossi stato lì, voi mi avreste sicuramente colpito".


(Susie Billie, 102 anni, Seminole): "Nessuno ha il diritto di vendere, anche ad un'altra tribù e men che meno agli stranieri... Vendere un Paese! Perché non vendere l'aria, le nuvole, e il grande oceano con tutte le sue terre! Non è forse vero che il Grande Spirito li ha creati per i suoi figli?"

(Tecumseh, Shawnee) : "Il corpo muore. Il corpo è semplicemente ciò che l'anima materialmente possiede. E' il suo involucro. L'anima prosegue la sua vita."

(Dieci Orsi, Comanche Yamparika): "Io nacqui nella prateria dove il vento soffiava liberamente e dove non c'era nulla a bloccare la luce del sole.  Io nacqui dove non c'erano recinti e dove ogni cosa respirava liberamente. Io voglio morire là, e non dentro questi muri."

(Capo Leon Shenandoah, Onondaga): "Se voi uomini bianchi non foste mai arrivati, questo paese sarebbe ancora com'era un tempo.  Tutto avrebbe conservato la purezza originaria. Voi l'avete definito 'selvaggio', ma in realtà non lo era. Era libero. Gli animali non sono selvaggi; sono solamente liberi. Anche noi lo eravamo prima del vostro arrivo. Voi ci avete trattati come selvaggi, ci avete chiamati barbari, incivili. Ma noi, eravamo solo liberi!"

(Orso in piedi): "Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali come quella del nativo su questo continente: come un fastidio. Non c'e' alcun termine nella nostra lingua con il significato di "fastidio" ..."
 
Vorrei ricordare a me stesso e a tutti che...

I Pellerossa delle praterie vivevano per merito del bisonte...  La loro carne fresca o essiccata al sole li nutriva da un anno all'altro, la pelliccia li scaldava d'inverno, la pelle serviva per i tepee, la sottopelle per i vestiti e per i mocassini, I tendini per gli archi... insomma del bisonte non gettavano nulla... E quando li uccidevano pregavano il Grande Spirito di averli messi nelle praterie per loro, ringraziando gli animali del ruolo assegnato loro dalla natura. 
Per questo i coloni sterminarono i bisonti sapendo di sterminare così anche il popolo rosso.
In pochi anni le mandrie che erano composte da 90-100 milioni di capi si ridussero a poche decine di migliaia.
Poichè gli agricoltori e allevatori insediatasi alla Frontiera, nei Territori Indiani, non tolleravano le libere mandrie di bisonti che scorrazzavano nella Prateria, pagavano un tanto a animale ucciso. Cody Bill, detto Buffalo Bill, ne ammazzò da solo un milione di capi.

Nella liberazione dei campi di concentramento nazisti non sono intervenute solo le "liberatrici" armate occidentali, ma anche l’esercito sovietico (che ha pagato 26milioni di caduti a sua volta), ma che non viene mai presentato come liberatore dalla "storiografia" occidentale.

Nei libri di scuola si parla molto dei conquistadores spagnoli, dello sterminio di Inca, Maya e Aztechi, ma nulla viene detto della storia degli Indiani del Nord America. ...si citano sempre la guerra d’Indipendenza... contro gli inglesi, la guerra di Secessione... contro gli schiavisti del Sud. C'è poi lo scenario del West (semplicemente "ovest", in italiano) con tutta la sua schiera di personaggi da cinema che presenta la nascita degli USA come un evento mistico di eroismo, libertà ed intraprendenza.

Oggi... nessuna autorità occidentale taccia gli Stati Uniti come violatori di quei tanto sbandierati "diritti umani". I cattivi sono sempre quelli: tedeschi, russi, cinesi, arabi, musulmani, comunisti... e tutti coloro che a seconda della fase storica conviene attaccare. Chissà da che parte starebbero oggi i capi pellerossa se potessero vedere quello che gli eredi dei loro carnefici stanno facendo oggi al mondo.

"Selvaggio" significa "che vive nella selva". 
"Cittadino" significa "che vive in città". 
"Indigeno" significa "abitante del luogo".
"IGNORANTE" significa "che ignora, che non sa". 
"Cow-boy" significa "vaccaro".

Qualcuno una volta osservò:
"... in tutta l'America, dal nord al sud, la cultura dominante riconosce gli indiani quali oggetto di studio, ma li rinnega come soggetti di storia. Gli indiani hanno folklore, non cultura; praticano superstizioni, non religioni; parlano dialetti, non lingue; creano artigianato, non arte..."

Qualcosa di nuovo? ... E' sempre la stessa storia .... : probabilmente mi sbaglio...!

Felicità
Enzo                 
         

Nessun commento:

Posta un commento