Il potere è nelle parole

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Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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lunedì 13 ottobre 2014

Genova per noi

Oggi è all'ordine del giorno la vicenda di Genova. La storia si ripete... sembra quasi il mio titolo (post del 19 gennaio 2014). In mezzo alla rabbia dei Genovesi, il dramma di chi ha perso tutto e la tragedia per il ripetersi di un problema (irrisolto nonostante le esperienze passate, il tempo trascorso ed i fondi stanziati...) io ho notato un piccolo dettaglio. Credo fosse un tg delle ore 13 di sabato scorso. Una signora disperata grida al microfono della giornalista: "Non so di chi sia il problema, se del comune, della provincia, della regione o del governo, ma io rivoglio la mia casa. Rivoglio la mia casa!"
Capisco la rabbia, la disperazione; il senso di impotenza, anche. Ma è in quelle parole che ho notato la cosa importante: la signora non ha capito; non ha capito che 'il problema' non è della regione o del governo. Il problema è suo. Nessun governo verrà a risolverglielo. Le cosiddette "autorità" hanno una parte di responsabilità nel 'problema', ma le conseguenze del 'problema' ... ricadono sull'individuo, sul comune cittadino. 
Non voglio mancare di rispetto di fronte al dramma dei genovesi, ma la verità è che gli 'spalatori' risolvono il problema, non i politici.
I problemi restano sulla groppa a chi ne paga le conseguenze, non su quella di chi il problema l'ha causato (o meglio, non risolto in tre anni, o tre decadi..).

La seconda considerazione che da tempo volevo far notare... ma tanto resterà inutile per la maggioranza... è sulla Fiat. Sede legale in Olanda, sede fiscale a Londra, quotazione (oggi) a New York. Nel silenzio mediatico generale, se ne va la storia industriale dell'Italia. 
Viva la F(.)CA ! (....Ho pure trovato una vignetta in rete...)
Noto solo che la sede fiscale è altrove. Forse, le aziende hanno capito il vero problema italiano, mentre i comuni cittadini ancora no.

Probabilmente mi sbaglio, e conviene verificare di persona...

Felicità ... Enzo

P.s. : Testo della canzone "Genova per noi" (di Gino Paoli) - 1998

Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.

Eppur parenti siamo un po'
di quella gente che c'è lì
che in fondo in fondo è come noi, selvatica,
ma che paura ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte e non sta fermo mai.

Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un'idea come un'altra.
Ah, la la la la la la

Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l'annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po' randagi ci sentiamo noi.

Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia...
e intanto, nell'ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.

In un'immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise...

Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.



            

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