Il potere è nelle parole

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Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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giovedì 19 marzo 2015

Lavoro ed evoluzione tecnologica

Oggi prendo spunto da due articoli apparsi in rete a breve distanza l'uno dall'altro. Il primo è di zerohedge.com (a questo link). L'altro è di armstrongeconomics.com  (a questo  link). Bella l'immagine dell'evoluzione lavorativa... ed anche interessantissimi i due articoli. In breve, ZH spiega quanto siamo 'schiavi' dei dispositivi che ci collegano 'in rete' e di come le continue distrazioni, che producono con i loro continui bip-bip, fanno scemare la nostra creatività e la nostra produttività.
Luis Armstrong, invece, fa delle previsioni e considerazioni sui lavori del futuro, basicamente incentrati sull'uso di computer/robot sempre più piccoli e sulla loro programmazione. Tutte considerazioni molto pertinenti. 
Eppure manca un po' di comparazione storica: questo mondo è cambiato, ne più ne meno di come cambiò con l'avvento delle macchine a vapore, delle fabbriche, dell'elettricità... 
Storicamente, i lavori spariscono... perchè alri, nuovi, appaiono; e i 'lavori di una volta' diminuiscono drasticamente. Così, mentre c'è sempre più bisogno di ingegneri informatici, le nostre scuole continuano a 'sfornare' architetti, maestri, professori, e quant'altro.... obsoleto. Il lavoro in fabbrica? Ci sono i robot. Gli operai servono poco. E servono solo quelli che possono programmare un robot ... 
Eppure gli italiani vogliono 'il lavoro fisso', magari per tutta la vita. La realtà è che ... questo tipo di realtà non esiste più.  Da un pezzo.
E ci sono pro e contro come in tutte le cose. La tecnologia va bene, ma ci rende pigri. Non ricordiamo più i numeri di telefono perchè... sono lì, nella memoria del telefonino... Non sappiamo fare un calcolo a mente... perchè la calcolatrice (sempre nel telefonino) è sempre a portata di mano. Non ci ricordiamo di spedire una cartolina o scrivere una lettera... perchè tanto ci sono le mail, facebook e whatsapp.
Mmm... Nell'ultimo anno mi sono dedicato poco alla tecnologia ma in compenso ho imparato un sacco di cose 'basiche'. Qualche esempio: sono andato avanti con l'apprendimento del tedesco; ho imparato a fare l'aceto, distillare liquori, potare gli alberi da frutto, arare col trattore (molto meno faticoso che vangare l'orto a mano...), usare il verricello per il bosco, fare la marmellata ed il pane.  I miei figli senza il loro cellulare sono
'persi' , e con il cellulare... diventano 'maleducati', distratti, disattenti e 'assenti'.
Rispondo alle mail quando posso e restituisco le chiamate perse il giorno dopo, oppure la sera...  
Come dice ZH, "The Cost of Paying Attention: Silence is now offered as a luxury good".  Così... mi sono ricordato di un amico che è venuto a pranzo domenica scorsa e fuori dalla porta di casa... gli ho fatto ascoltare il silenzio delle colline, interrotto solo dal cinguettìo dei pettirossi. Era talmente abituato al rumore del traffico, dell'ufficio, del telefono che squilla, dell'auto ... che è rimasto estasiato. "Che pace che c'è qui" mi ha detto.
Eh si, non serve combattere l'Isis per avere la pace... ce l'abbiamo già; forse ci siamo dimenticati come  riconoscerla. E il lavoro? Basta fare quello che piace. Siccome ti piace.... ti viene bene. E siccome ti viene bene... ti pagano volentieri per il tuo lavoro. C'è sempre qualcuno che ha bisogno delle tue abilità per risolvere un problema, anche se le fabbriche non ci sono più...
Infine... ricordiamoci che le donne ... una volta avevano i peli sotto le ascelle e sul pube....

Felicità
Enzo

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