Il potere è nelle parole

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Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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lunedì 9 maggio 2016

Leggo per legittima difesa

"Leggo per legittima difesa" è lo slogan di un mio amico scrittore a cui ho chiesto il permesso di usarlo. E lo trovo stupendo. Perchè ne condivido il senso e la tremenda verità che racchiude.
Un piccolissimo esempio: il "referendum sulle trivelle"? Il peggior insulto dei media alla mia intelligenza. Bastava leggere. Non c'era nessun referendum sulle "trivelle". Solo la richiesta per la modifica di poche parole all'interno della cosiddetta "legge di stabilità". Legge che nessun comune cittadino conosce in dettaglio. E di cui nessun cittadino conosce(va) le conseguenze per il Paese in caso di vittoria dei "sì" rispetto alla vittoria dei "no". A parte  questo... il vero insulto è dato dai referendum stessi.
Non esistono referendum propositivi. Alcuni devono avere un quorum. Altri no. Così come sono 'legittimamente' strutturati adesso, i referendum non hanno senso. 
Non esprimono alcun 'parere' dei cittadini. E un referendum dovrebbe essere "valido" con qualsiasi quorum. Eppoi... chi li rispetta i referendum? 


Altro piccolissimo esempio. Il "finanziamento pubblico ai partiti" (largamente bocciato dagli italiani), è stato trasformato in "rimborso elettorale". Danno, beffa e presa per i fondelli...
Sì. Leggo per legittima difesa. Perchè vedo e sento delle parole, ma ne leggo delle altre e i pochi numeri citati non quadrano mai, o non corrispondono alla realtà. O i numeri (non citati...) definiscono una realtà diversa da quella (che ci viene) raccontata.

E' molto semplice: l'ho letto qui:

"Quando si vede che, al fine di produrre, è necessario ottenere l'autorizzazione da parte di uomini che non producono nulla; quando si vede che il denaro va a chi non scambia beni, ma favori; quando si vede che gli uomini diventano ricchi più facilmente con l'illegalità che con il lavoro, e le leggi non ci proteggono più contro di loro, ma proteggono loro contro di noi... si sa che la società è condannata".  (Ayn Rand)

Felicità
Enzo

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