Il potere è nelle parole

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Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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giovedì 1 ottobre 2015

Ciao Pietro

Il necrologio dice "Z'Buogham Petar", che -nella sua e mia lingua natìa- significa "che il Signore sia con te Pietro" o "che il Signore ti accompagni Pietro". Quando ero bambino era il saluto equivalente al 'ciao' che diciamo in italiano; un augurio di 'buona giornata', un 'salve' e un 'arrivederci', ma anche un augurio di 'buon lavoro' o di 'ogni bene'. Di sua figlia Ingrid ho parlato in questo post, ma di Pietro Qualizza non serviva parlare. Tutto ciò che faceva sembrava 'normale' o al limite 'un po' strano'. Adesso che Pietro non è più tra noi, tutte queste cose all'apparenza normali assumono un'altra luce, un'altra prospettiva. Nel suo piccolo, nel suo poco, ha fatto molto. La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho appreso la notizia è stata "Quien non vive para servir, no sirve para vivir". E Pietro ha vissuto per servire gli altri. 
Dai titoli sui giornali si può pensare ad un 'secessionista', 'artigiano edile', 'direttore di un coro', esperto di 'ASE e iconografia ortodossa', 'difensore dell'ospedale'. In realtà Pietro era una persona comune dotato di una cosa rara: passione. La passione è amore+sofferenza ed è forse questo che la rende rara. Il coro? Negli anni 80 non aveva nome o maestro, eppure esisteva; si provava e basta, in chiesa, una volta alla settimana. 
Il coro esisteva per tenere viva una tradizione: le messe cantate durante le ricorrenze religiose. Pietro c'era. Ed ha vissuto per tramandare le tradizioni dalle generazioni precedenti a quelle di oggi. Ma c'era anche quest'estate per sfalciare la strada e per organizzare la sagra del paese. E c'era ogni giorno per assistere la mamma di 94 anni (forse 95). Il suo coro ha recitato pure in un film, ma forse in zona lo sanno in pochi, troppo pochi. Secessionista? Forse quando ti 'scontri' con la burocrazia, con un sistema 'impastoiato', con problemi decennali che non si risolvono mai... quando non ti lamenti e fai qualcosa per risolvere i problemi, beh, ti possono anche dare del secessionista. 
Ricordo quando qualche anno fa, in strada, gli ho detto "La tua idea di 'Repubblica indipendente delle Valli' non è poi così difficile da realizzare: bastano 4 sbarre ed è fatta. Una a Ponte S.Quirino, una sul ponte di Purgessimo e due al Trivio di Castelmonte".  "Mi prendi in giro?" Ha risposto. "No Pietro, ti sto solo passando un'idea". "Mi sa che dovremmo parlare più spesso..." Concluse.
Con i suoi difetti (e chi non ne ha?) ha sempre messo in luce il suo maggior pregio: il fare. E per questa piccola comunità Pietro ha fatto molto. Al rosario in sua memoria, il paese era invaso di auto e la chiesetta di S.Lucia non poteva contenere i presenti. Non oso pensare quante persone parteciperanno al funerale. Vorrei averlo detto io, ma si tratta di un proverbio: "Quando nasci, sei l'unico che piange, circondato da un sacco di persone che ridono. Vivi in modo che alla tua morte sia tu l'unico col sorriso sulle labbra, circondato da un sacco di persone che piangono". Ecco, lui ha vissuto proprio così.


Ciao Pietro, manchi di già
Enzo

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