Il potere è nelle parole

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Mi rende felice scrivere libri. Perdippiù ...ne uccide più la penna che la spada...

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lunedì 15 luglio 2013

NON C'E' LAVORO !

       
Quante volte al giorno sentiamo la frase del titolo? Dieci? Venti? Trenta? E in televisione, quante volte al giorno? Ormai è diventata quasi una 'preghiera' automatica, una specie di 'Padre nostro' che si ripete pedissequamente, a memoria. E nessuno si pone l'ovvia domanda: perchè non c'è lavoro? Sembra una domanda stupida, ma in effetti non lo è. Ci sono varie risposte possibili, alcune piuttosto immediate ed altre che necessitano di riflessioni un po' più approfondite. Vediamone alcune:
1. Le aziende chiudono e quindi i 'posti di lavoro' spariscono.
2. Soluzione: basta tenere aperte le aziende!
3. Sì, ma le tasse sono troppo alte, le banche non concedono prestiti e tenere in piedi un'azienda è veramente un'impresa. (Piccola nota: è proprio per questo che le aziende si chiamano 'imprese' !!)
4. La verità che sta alla base della chiusura delle aziende è il cosiddetto 'credit crunch', cioè una contrazione dei crediti e quindi della moneta circolante: riducendo drasticamente il mezzo di scambio (i soldi), si rende impossibili gli scambi commerciali. Semplice.
E qui si entrerebbe nel discorso del sistema monetario, della sovranità monetaria, della moneta-debito, della riserva frazionaria e così via. Anche la contrazione della moneta circolante è una mezza verità: la moneta c'è, in sovrabbondanza anche. Solo che non circola. Rimane nelle banche. Soprattutto in quelle in 'crisi di liquidità'.
5. Non è vero che 'non c'è lavoro'. Sennò qualcuno mi dovrebbe spiegare perchè ogni giorno posso vedere dalle 30 alle 40 nuove offerte di lavoro ogni giorno, tutti i giorni, di tutti i tipi e per tutti i gusti. In Friuli, appena il 2% della popolazione italiana, nella mia provincia, 1/4 della regione!
6. La diminuzione del lavoro è una conseguenza naturale dello sviluppo tecnologico. La tecnologia ci fa lavorare di meno. Molto meno. Basta pensare a come si faceva una volta una sedia rispetto a come si fa oggi. Un qualsiasi falegname, da solo, impiegherebbe 1/10 del tempo che ci metteva il suo omonimo 50-60 anni fa, per farla. E lo stesso vale per le scarpe, l'edilizia, i mobili, le automobili, l'agricoltura, l'editoria e qualsiasi altro settore. Il vero punto è questo: se sono -per esempio- un falegname e grazie alle attrezzature elettriche più elementari (sega circolare, pialla, trapano, levigatrice...) ci metto 1/10 del tempo a fare un tavolo (sempre rispetto a 50-60 anni fa), significa che dovrei avere .... 9/10 di tempo libero in più (rispetto a 50-60 anni fa). Ma com'è che invece di avere sempre più tempo libero, dobbiamo lavorare sempre di più? E tutto ciò nonostante la tecnologia di cui disponiamo? Credo che questa sia una riflessione di una logica ... elementare.
7. Ecco, il vero punto è questo: se nella tecnologia la riduzione del lavoro necessario (per produrre qualcosa) è intrinseca ... perchè dobbiamo lavorare sempre di più? Perchè dobbiamo per forza 'avere un lavoro' (nel senso di 'fisso' e 'da 8 ore al giorno')? Perchè non lavoriamo 1/10 del tempo rispetto a 60 anni fa?
Cioè 12 ore :10 = 1,2 ore = 72 minuti al giorno?

... E se non fosse il lavoro il vero problema?...

Felicità
Enzo

1 commento:

  1. Il lavoro c'è dappertutto (inteso come energia per ottenere uno scopo determinato). Il problema è che quello che dovrebbe essere retribuito, sempre più spesso non è tale; il problema è se si rendono conto di quello che stanno seminando e dei danni che arrecano alla società coloro che sembrano vivere in un mondo a parte.

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