A poche ore dalle presidenziali americane, tocca ad un altro tabù: la politica. Molto meno "off-limits", della religione, ma comunque tabù, per quanto tutti siamo maestri di politica al bar, con gli amici, in famiglia... ma mai nei posti giusti, al momento giusto.
Nell'introduzione de " L'albero...dei soldi" è scritto "...…Vivo in una comunità; quindi sono comunista. Ma vivo anche in un contesto sociale più ampio, chiamato società; quindi sono socialista. Abito in Italia, una repubblica democratica; quindi sono un repubblicano e un democratico. Mi piace la mia Nazione...e sono, quindi, nazionalista...Preparo regolarmente fasci di rami per accendere il fuoco; quindi sono fascista. Uso e dispongo di capitali; sono quindi capitalista… E così via per tutte le altre definizioni come "conservatore" (conservo la frutta...), "progressista" (uso tutti gli strumenti che il progresso mi mette a disposizione…), "laburista" (lavoro perché mi piace farlo…), e chi più ne ha più ne metta…". Ed anche: "...Enzo ha voluto chiarire il cosiddetto aspetto politico, perché non conosce nessun socialista, comunista, democrata o anarchico che sia, che viva senza soldi."... Se questi "concetti" appaiono chiari, qualche domanda molto semplice aiuta a capire facilmente cos'è la politica. Vediamo un po': la campagna presidenziale americana costa dai 12 ai 14 milioni di dollari... per un incarico da 400 mila dollari l'anno per quattro anni (se perdi, neanche quelli), il che fa un totale di 1 milione e 600 mila
dollari dopo quattro anni. Ne consegue una prima questione "politica": il presidente fa gli interessi dei cittadini che lo pagano 1 milione e 600 mila o gli interessi di chi gli ha dato 12 milioni per pagare la campagna elettorale? Secondo te?
Adesso, se io sono chi ha messo sul tavolo 12 milioni per "Mitt-bama", quanto devo "guadagnare sull'investimento"? Il 100%? Il 1000%? Da investitore, non rischierei 12 milioni per un ritorno inferiore al 1000%, cioè 120 milioni. Almeno 120. Se possibile 300 milioni. ... Un investitore ragiona così.
L'unica verità della politica, così come è "strutturata" ai giorni nostri (2012), è che i politici non fanno gli interessi degli elettori, ma l'interesse dei finanziatori delle campagne elettorali. Qualsiasi sia il "colore" o il "credo politico" del candidato. Non è così difficile da capire una volta che "segui" il percorso del denaro. Tradotto in parole semplici: "Gli elettori pagano i guadagni degli investitori politici". Ed anche "Gli elettori pagano i politici perché "trasferiscano" i loro stessi soldi/risparmi agli investitori".
Il vero problema è che gli elettori hanno da tempo dimenticato quanto detto dal fu presidente americano Jackson: "Il governo è il servitore, non il padrone, del popolo".
I politici sono (anche) al mio servizio. Non io al loro. Dato che li pago... dovrei anche essere in grado di licenziarli, sospenderli dal servizio, ridurgli lo stipendio.... I politici sono come sono, perché siamo noi cittadini che gli PERMETTIAMO di fare quello che fanno... A me piace provocare riflessioni... Anche sulla politica...
Felicità
Enzo