La corruzione non è un destino ineluttabile, ma un "sistema culturale”. E' una frase del noto economista Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, storico e critico letterario svizzero (1773-1842). In campo economico il suo maggior contributo fu la scoperta dei cicli economici (oltre allo studio delle teorie di Adam Smith) e al riguardo del "sistema" ecco cosa scriveva: “Non appena si entrava in uno Stato libero si poteva contare di trovarvi la lealtà nei negoziati e nei trattati, lo zelo per il bene di tutti nelle alleanze, il coraggio e la costanza nelle avversità, la liberalità dei più ricchi verso i più poveri nella calamità, l’energia del popolo per reprimere le ingiustizie e le violenze. Al contrario entrando negli Stati dei tiranni, vi si trovava un governo che si sosteneva mediante il crimine, la perfidia e la corruzione; delle spie sorvegliavano e denunciavano i sentimenti generosi, abusavano dei legami familiari e di vicinato per trasformarli in trappole, insegnavano che la prudenza del suddito consiste nel diffidare di tutti e nel non immischiarsi negli affari altrui. L’assassinio, l’avvelenamento e la corruzione lì erano mezzi comuni di governo”. Dopo 200 anni, sono quasi scomparsi l’assassinio e l’avvelenamento (non dappertutto, e non dalla mafia)… ma non la corruzione. Nel settore della ricerca scientifica, esiste pure un indice che misura il grado di corruzione percepito nel settore pubblico: misura il grado con cui si pensa che la corruzione esista tra i politici e i pubblici ufficiali. L’indice oscilla tra zero, un Paese interamente corrotto, e dieci, una nazione interamente pulita e la sua sigla è 'CPI', ovvero Corruption Perception Index (CPI). Cosa c'entra la corruzione in questo momento? Beh, siamo in campagna elettorale, a metà del campionato di calcio, alla confessione pubblica di Lance Armstrong sul doping... Tutti ambìti in cui la corruzione assume forme e modalità adatte ad ogni situazione, come un camaleonte. E il camaleonte Italia sta al 72° posto. Peggio del Ghana....
Felicità
Enzo
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